Scenario assai complicato quello descritto nel “Regional Meeting Southern Europe”
MILANO – È uno scenario assai complicato quello descritto dai partecipanti al “Regional Meeting Southern Europe” di EUROMETAL, tenutosi oggi 15 settembre a Milano. Paolo Sangoi, presidente di Assofermet Acciai, ha aperto i lavori parlando di «momento eccezionale nella storia» a causa di problemi quali l’impatto del prezzo dell’energia sulla produzione industriale, l’aumento dell’inflazione e il suo influsso negativo sui consumi e la sempre più agguerrita concorrenza dei fornitori asiatici. In questo contesto difficile, ha detto, «dobbiamo lavorare insieme per minimizzare i margini di errore negli impegni di tutti i giorni» ed è importante che la distribuzione goda di eccellente salute per poter fare da “cuscinetto” tra produttori e utilizzatori finali con volumi e margini operativi soddisfacenti.
La prima parte del convegno ha ospitato presentazioni come quella di Emanuele Norsa (Kallanish), che ha fatto il punto sull’andamento del mercato europeo e mondiale dell’acciaio, sottolineando come la Cina continui ad avere un impatto estremamente importante sul resto del mondo. Nel Paese sono calate nella prima parte dell’anno la produzione di acciaio, il consumo apparente e la domanda finale, e le previsioni sono di un ulteriore peggioramento nei prossimi mesi. Esaminando l’andamento delle materie prime per la siderurgia e dei principali prodotti finiti, Norsa ha rimarcato la differenza tra minerale ferroso e rottame, con il prezzo del secondo che resta più alto della media del 2021, al contrario di quello dell’iron ore che dovrebbe chiudere l’anno su livelli nettamente inferiori. Parlando di prodotti finiti, mentre i coils a caldo soffrono a causa soprattutto della crisi dell’automotive, il tondo gode del sentiment relativamente positivo che si registra nel settore delle costruzioni. Guardando al futuro, mentre è difficile che la domanda di prodotti piani cresca in modo significativo entro fine anno, con il sentiment dei consumatori che rimarrà debole a causa dell’inflazione, Norsa ha affermato di sperare in un miglioramento della situazione dall’inizio del prossimo anno, grazie a un aumento dei consumi, come da ultime previsioni di Eurofer.
In seguito, Fabrizio Di Gianni (Van Bael & Bellis) ha ripercorso le tappe che hanno portato alle attuali misure di salvaguardia in Ue ed elencato le dispute commerciali in corso. Il legale di Van Bael & Bellis ha affermato che il numero di cause commerciali è diminuito dall’entrata in vigore della salvaguardia e che questo tornerebbe a crescere qualora la stessa salvaguardia dovesse essere revocata. Sono quindi intervenuti Lara Stoyanova (Argus) e Andrea Gabrielli (Gruppo Gabrielli) per parlare rispettivamente dell’evoluzione dei prezzi dei prodotti piani in Italia e delle opportunità e dei rischi per i centri di servizio italiani. Entrambi hanno ricordato come i prezzi dei coils a caldo, dagli oltre 1.300 €/t di marzo/aprile, siano successivamente diminuiti fino toccare livelli inferiori a quelli pre-bellici a giugno. Da agosto è emerso sempre più fortemente il problema dell’esplosione dei costi, in particolare energetici, che ha portato a sempre maggiori tagli di produzione e a un conseguente incremento delle quotazioni dei prodotti finiti, seppur lieve a causa della domanda debole. Allo stesso tempo, tuttavia, si è assistito a un aumento delle offerte da Paesi terzi a prezzi competitivi. Queste, pur generando un interesse non troppo significativo – a causa di complicazioni logistiche e lunghi tempi di consegna – stanno influendo negativamente sul sentiment degli operatori del Vecchio Continente.
Dopo un intervento di Carlo Mapelli (Politecnico di Milano) con una presentazione sui nuovi processi di produzione dell’acciaio nell’ottica della riduzione delle emissioni, è stato il momento di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Tommaso Sandrini (San Polo Lamiere), Cesare Viganò (ArcelorMittal CLN), José Rufino (Semimetais) e Lorenzo Biagi (Marcegaglia). Tutti hanno concordato sul fatto che la domanda di piani difficilmente aumenterà entro la fine di quest’anno e che a livello europeo si andrà incontro a ulteriori operazioni di destoccaggio. Quanto al 2023, hanno detto di aspettarsi un anno estremamente sfidante dopo un 2022 complessivamente buono. «Come centri servizi dovremo iniziare a pensare a breve a quanto e da dove acquistare nel primo trimestre – ha affermato Rufino –. Penso che la maggior parte di noi abbia quasi finito di destoccare. Nel frattempo, credo che i tagli alla produzione non siano finiti». Questi, ha affermato Viganò, «dovrebbero continuare fino a che il mercato non sarà in equilibrio». Anche Sandrini si è detto «pessimista per varie ragioni: ci sono molti squilibri e anche nel nostro business stiamo gestendo un maggior numero di rischi rispetto al passato. Dovremo far attenzione a gestire ogni elemento nella nostra attività quotidiana. In una prospettiva globale, penso che l’approccio sarà cauto, ad oggi non condivido l’outlook di Eurofer secondo cui avremo una domanda in espansione».
di Stefano Gennari