E’ la sintesi emersa dal primo convegno pomeridiano di Made in Steel 2019: «Comunicare meglio sarà decisivo»
RHO (Mi) – “Steel vision: a global perspective” ha messo a fuoco quattro punti di vista autorevoli – di altrettanti personaggi che si sono alternati sul palco della siderweb conference room a Made in Steel, per rispondere alle domande di Lucio Dall’Angelo, direttore generale di siderweb e di Emanuele Norsa, giornalista di Kallanish– per guardare al futuro dell’acciaio.
Secondo Antonio Gozzi, CEO di Duferco, «uno dei problemi della siderurgia italiana è quello della narrazione. Gli italiani fanno le cose, ma le fanno in silenzio. Abbiamo le migliori pratiche e tecnologie in circolazione, ma non siamo capaci di raccontarle e quindi benedetto Made in Steel che ci permette di farlo».
Virinder Bahadur Garg, Chief Marketing Officer di Liberty Steel Europe, ha messo in evidenza che «la forza dell’Europa è determinata dalla capacità di fare prodotti di qualità elevata, la sua debolezza è invece rappresentata da tasse e costi. Noi, anche con le recenti operazioni di accorpamento, vogliamo consolidare la nostra posizione, mantenendo rapporti chiari con fornitori e clienti».
Il presidente di Eurometal, Fernando Espada, ha invece voluto mettere l’accento su un aspetto diverso: «Il nostro business deve evolvere perché abbiamo talmente tanti dati che non sono stati ancora analizzati che non abbiamo una visione complessiva della realtà. Dobbiamo imparare ad implementarli per rendere più performanti tutte le nostre imprese».
Un inno al realismo, ma anche e soprattutto all’ottimismo è infine arrivato da Matthieu Jehl, CEO di ArcelorMittal Italia: «Il taglio dell’output è stato un atto dovuto, vista la situazione di mercato – ha spiegato – ma nella seconda parte dell’anno ci aspettiamo una ripresa e noi dobbiamo lavorare per portare la qualità del nostro prodotto italiano sui livelli che ci caratterizzano altrove». Per poi tornare sul tema relativo alla comunicazione: «L’acciaio non è l’industria del diciannovesimo secolo, ma del ventunesimo. Dobbiamo solo comunicarlo bene».